"La Terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”

“La Terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri,

ma un prestito da restituire ai nostri figli”

 

Antico proverbio amerindio.

 

Partiamo da una frase antica che racchiude in sé un approccio a noi inconsueto: proviamo a proiettarci nel futuro e proviamo a osservare il nostro presente con le esigenze di uno sguardo che saremo stati noi stessi a generare. In un momento così delicato per l’ecosistema, ci rendiamo conto di come la tutela e la salvaguardia dell’ambiente siano indispensabili non solo per la nostra vita, ma anche per quella delle generazioni future, delle persone più povere del pianeta, delle specie non umane, dei meno responsabili dell’aver causato il problema.

Pensiamo alla plastica, per esempio. Un materiale che ha cambiato la storia e che possiede sicuramente diversi vantaggi: è leggera e resistente al tempo stesso, non arrugginisce, è solida, compatta e duratura. Gli imballaggi in plastica proteggono e conservano gli alimenti deperibili più a lungo, riducendo sprechi e l’impiego di conservanti, oltre a mantenere inalterato il sapore e il valore nutrizionale dei cibi.

Purtroppo però la plastica è un materiale prodotto dall’uomo industrialmente attraverso l’impiego di fonti naturali come carbone, gas e in particolare petrolio, ed inoltre non è biodegradabile, quindi, una volta gettata, rimane nell’ambiente per milioni di anni, mentre se viene bruciata rilascia nell’aria sostanze molto tossiche.

In Italia la catena del valore della plastica determina una dispersione di 0,45 MT di rifiuti plastici in natura ogni anno. L’impatto ambientale della produzione e consumo di plastica è maggiore della media, infatti il consumo italiano di materie plastiche necessita l’equivalente di 104mln di barili di petrolio in termini di energia necessaria per la produzione ed emette 46,3 MT di CO2 .  

L’attuale tasso di riciclo di plastica consente di evitare l’emissione di 750.000 ton di CO2 e, se incrementato, permetterebbe la compensazione di una quantità di emissioni ancora maggiore.  Dove va a finire il resto della plastica a cui non viene data una seconda possibilità? Più della metà dei rifiuti plastici viene avviato all’incenerimento o conferito in discarica, mentre quasi il 9% si disperde nell’ambiente. Nel 2016, 53.000 tonnellate di rifiuti plastici sono state disperse nel Mar Mediterraneo, tanto che le zone costiere italiane registrano tra le più elevate concentrazioni di rifiuti plastici.

 

L'inquinamento da plastica in mare rappresenta oggi un'emergenza globale. Una crisi ambientale di cui tutti noi siamo responsabili: dai cittadini alle istituzioni, dalle scuole alle imprese. La plastica non è un demonio, dietro a questo materiale, infatti, si nasconde un vero e proprio valore. Dal riciclo di alcuni tipi di plastica è possibile ottenere nuovi prodotti, ma anche energia, elettricità e calore. Sono le nostre abitudini e azioni quotidiane a provocare un impatto sulla natura!  Tutti noi possiamo fare qualcosa: educandoci ed educando a una corretta gestione dei rifiuti, riducendone il consumo e utilizzare solo plastiche riciclabili.

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FONTI: Dalberg Advisors, per WWF Mediterranean Marine Initiative. (2019, Giugno). Fermiamo l'inquinamento da plastica. Italia: una guida pratica per uscire dalla crisi della plastica.. Disponibile da http://assets.wwfit.panda.org/downloads/fermiamo_inquinamentoplastica_giu2019.pdf

 

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